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Biografie Beccari Giannotti
Ettore G. Beccari, è nato a Massa nel 1961, dove svolge la professione di avvocato civilista. Da anni è appassionato cultore di storia locale, soprattutto del XVIII secolo. Questo è il suo primo studio dato alle stampe.
Paolo Giannotti è nato a Massa nel 1961. Giornalista pubblicista, da anni si dedica, con articoli e saggi, all’opera dello scrittore ottocentesco Gaetano Carlo Chelli, del quale ha curato l’edizione di alcune opere sconosciute, tra cui la raccolta I racconti dell’Apuano (Vuelleti, 2003) e il romanzo Fabia (Alberto Ricciardi Editore, 2004).
È stato finalista al “Premio Calvino 2003” con il romanzo La voce del pavone. E' stato finalista Con Il paese di Acchiappacitrulli al premio per testi inediti “Guido Morselli 2012”.
Il paese di Acchiappacitrulli
Nell’atmosfera immobile della vita di provincia, scandita da ritmi monotoni e apparentemente rassicuranti, la vicenda di Pompilio Nardini, giornalista precario alla ricerca dell’occasione per emergere, diventa il paradigma della più ampia situazione italiana.
Imbattutosi in un fatto di nera apparentemente ordinario, il giovane protagonista, animato dalla consapevolezza di trovarsi di fronte alla grande inchiesta della sua vita, arriva a scoprire scenari ben più complessi e criminosi di quelli immaginati.
Preso ormai nell’ingranaggio in cui rischia di rimanere schiacciato, decide tuttavia di arrivare alla verità a qualunque costo.
In un susseguirsi di colpi di scena, si trova a giocare una vera e propria partita a scacchi col potere, il cui finale sarà per lui stesso una sorpresa. Paolo Giannotti tratteggia, con toni ironici e rifl essioni sulla precarietà della società contemporanea, un ritratto spietato e al tempo stesso esilarante di un piccolo lembo d’Italia, la riviera Apuo-Versiliese.
Alderano Cybo Duca di Massa
Conosciuto dagli storici locali fin dall'800, il manoscritto settecentesco contenente la “Vita del duca Alderano I Cybo Malaspina”, del Canonico Odoardo Rocca, viene qui integralmente pubblicato per la prima volta.
Lo studio dell'opera ha portato i curatori a rileggere la figura del duca Alderano secondo una prospettiva nuova, che contraddice l'opinione corrente (e la damnatio memoriae) invalsa nella storiografia locale dall'800 fino ai giorni nostri.
Infatti, al di là dell'indiscusso valore storico-documentale del manoscritto (quasi una cronaca in presa diretta), il testo del Rocca viene riconsiderato in termini critici, nel tentativo di interpretare i fatti narrati secondo un'ottica distaccata, essendo evidente il coinvolgimento personale, emotivo e di parte dell'Autore nelle vicende turbolente dell'ultimo periodo della dinastia Cybo.
Ne emerge una figura di regnante tutt'altro che “sciagurata”, ma semmai angustiata dai problemi finanziari dello stato e dall'inevitabile decadenza della Casa, che già aveva caratterizzato le vite degli ultimi duchi Cybo.